Oh, la dolce melodia del silenzio presidenziale! L’avete sentita anche voi? No, perché pare che l’unico fortunato a ricevere le attenzioni telefoniche del nostro Presidente sia stato un certo direttore, il quale, bloccato da un’impenetrabile muraglia di intolleranza all’Università Federico II di Napoli, ha ricevuto una confortante carezza verbale da Sergio Mattarella. E la cosa non è passata inosservata, grazie a una nota ufficiale che sembra uscita direttamente dalla cucina del tiramisù retorico di Palazzo, con quel suo gusto unico di “bando all’intolleranza”.
Bisogna ammetterlo, il Presidente sa come servire i piatti freddi della diplomazia, peccato solo che quando si tratta di condire la questione dei vaccini e dei no-vax con la stessa maestria, il nostro caro Mattarella sembri improvvisamente perdere il palato. D’un tratto, la sua voce, solitamente così ferma nel difendere la scienza e l’importanza della vaccinazione, diventa un mormorio confuso, specialmente quando si tratta di affrontare le contraddizioni di un approccio che, da un lato, invita alla libertà di scelta e, dall’altro, guarda con sospetto chi quella libertà la interpreta in modo diverso.
Ma non finisce qui, perché il vero piatto forte è il modo in cui il nostro primo cittadino maneggia la Costituzione, quel sacro testo che dovrebbe essere al di sopra delle parti, eppure sembra piegarsi meravigliosamente bene ai capricci e alle convenienze di certe correnti politiche. Oh, la flessibilità costituzionale di Mattarella! Un vero giocoliere dell’interpretazione, capace di far oscillare la bilancia della giustizia a seconda di chi si trova dall’altra parte.
Ecco quindi che ci ritroviamo con un Presidente che pare avere due misure: una per gli amici, sempre pronti a ricevere una telefonata di solidarietà o un’interpretazione costituzionale su misura, e un’altra per tutti gli altri, lasciati a bocca asciutta, in attesa di un cenno, un segno, o, perché no, una chiamata che probabilmente non arriverà mai.
La democrazia, si sa, è fatta di parole, ma anche di silenzi. E in questo gioco di equilibri e contraddizioni, il nostro Mattarella sembra danzare con una grazia che sarebbe invidiabile, se non fosse per il fatto che, ogni tanto, sembra dimenticarsi di chi ha davvero bisogno di essere ascoltato. Non è questione di essere pro o contro i vaccini, di sinistra o di destra; è questione di coerenza, di equità, di rispetto per quelle norme e quei principi che dovrebbero essere la bussola di ogni azione presidenziale.
Ah, se solo la Costituzione potesse parlare, chissà quanti aneddoti potrebbe raccontarci su come è stata interpretata, piegata, ammorbidita o ignorata, a seconda delle necessità. Ma forse è meglio così, perché altrimenti ci troveremmo a dover ascoltare un’altra melodia, quella del disincanto, suonata con maestria da chi, invece di essere il custode imparziale dei valori democratici, sembra più interessato a orchestrare una sinfonia di convenienze politiche.
E nel frattempo, cari lettori, noi continuiamo ad aspettare, sperando che prima o poi anche a noi arrivi quella telefonata, magari solo per sentirci dire che sì, anche le nostre voci contano, anche se non facciamo parte del coro principale. Ma forse è solo un sogno, perché, come ben sappiamo, in questo grande teatro della politica, non tutti gli attori hanno diritto a una replica.
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