L’indagine partita a metà luglio

L’indagine – stando ai media belgi – è stata aperta a metà luglio e ha portato a 14 perquisizioni in diverse abitazioni in vari quartieri di Bruxelles e al sequestro di oltre 500mila euro in contanti nella residenza di Panzeri.

I ruoli degli indagati

L’operazione ha creato una vasta eco nella comunità politica europea e nella delegazione socialista all’Eurocamera, amplificata dal fatto che i fermati sono molto attivi in associazioni e ong a sostegno dei diritti umani: nei suoi tre mandati all’Eurocamera, Panzeri aveva ricoperto diversi incarichi ed è stato, tra l’altro, presidente della sottocommissione dei diritti umani. Dopo il suo ultimo mandato, in cui era stato eletto nelle liste del Pd per poi aderire ad Articolo I, Panzeri aveva fondato Fight Impunity, un’organizzazione no-profit che promuove “la lotta contro l’impunità per gravi violazioni dei diritti umani’ e la giustizia internazionale”.

La vicepresidente Kaili si era invece spesa a più riprese per difendere i progressi compiuti dal Qatar. Nel suo intervento alla plenaria del 21 novembre scorso lo aveva definito un paese “all’avanguardia nei diritti dei lavoratori, che ha abolito la kafala” (il sistema che richiede che i lavoratori stranieri abbiano uno sponsor nel paese che ne diviene il tutore legale) e che “si è aperto al mondo”, “buoni vicini e negoziatori di pace”.

Quanto a Luca Visentini, proveniente dalle fila della Uil – che si è detta fiduciosa che possa dimostrare l’estraneità ai fatti che gli vengono contestati -, ha scalato la carriera sindacale ricoprendo per anni il ruolo di segretario confederale della Etuc, la confederazione dei sindacati europei, per poi essere eletto a fine novembre segretario generale della Ituc, la più grande confederazione sindacale del mondo.

I tentativi del governo del Qatar di ripulire la propria immagine

La vicenda getta ombre sulle attività che il governo del Qatar avrebbe tentato di svolgere nel Parlamento europeo per ripulire la sua immagine nell’organizzazione dei Mondiali di calcio. Cercando magari di influenzare i vari dibattiti sul tema dei diritti umani promossi dall’Eurocamera, che, oltre alla discussione in plenaria, ha tenuto anche un’audizione in sottocommissione diritti umani del ministro del Lavoro del Qatar, Ali Bin Samikh Al Marri. La vicenda, che si è arricchita di dettagli con il passare delle ore, potrebbe essere destinata ad allargarsi, mentre si è già aperto il dibattito politico nell’Emiciclo di Bruxelles. Il gruppo S&D si dice “sconvolto” e pronto a collaborare, chiede un’indagine approfondite e “tolleranza zero nei confronti della corruzione”. La vicenda potrebbe approdare alla plenaria della prossima settimana a Strasburgo, come richiesto dalle delegazioni della Lega e del Movimento Cinque Stelle. Quest’ultimo chiede anche le dimissioni di Kaili da vicepresidente.

Gruppo S&D espelle eurodeputata Eva Kaili per caso corruzione

“Il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo ha preso la decisione di sospendere con effetto immediato l’adesione dell’eurodeputata Eva Kaili al gruppo S&D , in risposta alle indagini in corso”. Lo scrive lo stesso gruppo sul suo profilo Twitter.

Arrestate moglie e figlia di Panzeri

È stato eseguito il mandato di arresto europeo nei confronti della moglie e della figlia dell’ex eurodeputato italiano del gruppo Socialisti e Democratici Pier Antonio Panzeri finito nell’ambito di un’inchiesta della giustizia belga su una presunta organizzazione criminale che si sarebbe infiltrata nel cuore del Parlamento europeo ed è sospettata di ingerenza nella politica dell’Ue e di corruzione da parte del Qatar. La moglie Maria Colleoni e la figlia Silvia si trovano ora in carcere a Bergamo.

Le reazioni

“Chiediamo la sospensione dei lavori su tutti i dossier e delle votazioni in plenaria riguardanti gli Stati del Golfo, in particolare la liberalizzazione dei visti e le visite previste”. Travolto dall’inchiesta della polizia federale del Belgio sulle mazzette dalQatar per influenzare le decisioni del Parlamento europeo e difendere dei mondiali di calcio, il gruppo dei Socialisti e democratici chiede di fermare tutte le decisioni che riguardano proprio questo ambito: “Data la gravità delle accuse, fino a quando le autorità competenti non forniranno informazioni e chiarimenti pertinenti”. Quattro persone sono state fermate: tra loro ci sono l’ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Antonio Panzeri. Ma tra i coinvolti figura anche la vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, anche lei socialdemocratica. E la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo in una nota chiede le sue dimissioni.

I S&D su Twitter si dicono “sconvolti dalle accuse di corruzione nelle istituzioni dell’Ue. Adottiamo una posizione di tolleranza zero. Siamo i primi a supportare un’indagine approfondita con divulgazione completa e coopereremo con tutte le autorità investigative”, si legge. E anche gli eurodeputati Pd sottolineano che “si tratta di accuse e di questioni estremamente gravi su cui va fatta luce, confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura e delle forze di polizia che stanno effettuando le necessarie verifiche. Auspichiamo che la verità emerga presto e che sia difesa l’onorabilità della nostra istituzione, anche vista la posizione molto dura espressa dal Parlamento Europeo nella sua più recente risoluzione sul Qatar durante la sessione plenaria di novembre”, sottolinea la delegazione Dem, facendo riferimento alla risoluzione adottata per acclamazione, nella quale gli eurodeputati descrivono la corruzione all’interno della Fifa come “dilagante, sistemica e profondamente radicata” e deplorano la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la scelta del Qatar come Paese ospitante.

Le accuse di corruzione però ora non riguardano la Fifa, bensì lo stesso Parlamento europeo. E gli altri gruppi chiedono chiarezza: “In attesa di chiarire la propria posizione, certi che potrà dimostrare in sede giudiziaria la sua innocenza, riteniamo opportuno che l’europarlamentare greca Eva Kaili si dimetta dal ruolo di vicepresidente del Parlamento europeo che attualmente ricopre”, scrive in una nota la delegazione M5s. “Alla luce delle gravi accuse di corruzione che coinvolgono esponenti politici e assistenti del Parlamento europeo è urgente preservare il buon nome e la reputazione di questa Istituzione da qualunque ombra di interferenza esterna”, prosegue il comunicato. Gli europarlamentari della Lega chiedono di “affrontare la questione in commissione Ingerenze straniere e anche con un dibattito in aula quanto prima”, prosegue la nota.

Fonti Lega: “Pd chiarisca, convocare Copasir” – Fonti della Lega però chiedono anche un intervento della politica italiana e in particolare del Copasir: “La vicenda giudiziaria che coinvolge Antonio Panzeri, la sua famiglia e altri importanti eurodeputati di sinistra è grave e sconvolgente. Dopo anni di fango e di accuse (senza prove) ai rivali politici, è il Pd che deve chiarire immediatamente agli italiani se alcuni suoi eletti e alleati hanno ricevuto denaro da Paesi stranieri. Sarà importante che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, riferisca in Aula e che ci sia una convocazione urgente del Copasir. Dal Pd e dai suoi alleati non accetteremo silenzi e ambiguità su una vicenda che da garantisti speriamo infondata ma che, a quanto emerge, appare gravissima”, concludono le fonti del partito di Matteo Salvini.

Uil su Visentini: “Fiduciosi possa dimostrare estraneità” – “Le notizie sulle presunte mazzette e regali da parte del Qatar per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo sono gravissime e inquietanti“, sottolineano ancora gli eurodeputati Cinquestelle. Che aggiungono: “Auspichiamo che venga fatta piena luce sul loro coinvolgimento e su quello di esponenti politici e sindacalisti italiani. Oggi è la giornata internazionale contro la corruzione, serve una reazione forte e immediata“. Tra le quattro persone fermate e interrogate infatti c’è anche Luca Visentini, ex dirigente della Uil in Friuli Venezia Giulia che da poche settimane è a capo della Ituc, la confederazione sindacale mondiale (che rappresenta più di 200 milioni di lavoratori). “Non avendo alcun riscontro sul merito della vicenda, confidiamo nell’operato della magistratura e siamo fiduciosi nel fatto che Visentini possa dimostrare l’estraneità ai fatti contestati”, commenta la Uil in una nota.