Cottarelli lascia lo scranno da senatore: A disagio nel Pd della Schlein
L’economista ha annunciato la decisione a «Che tempo che fa»: «Mi è arrivata un’offerta dall’Università Cattolica di Milano e ho deciso di andare»
Carlo Cottarelli lascia il Pd e anche il Parlamento. Lo ha annunciato lui stesso, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa: «Ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore», ha detto chiarendo che non si riconosce nella linea dell’attuale segretaria dei dem Elly Schlein, «che ho avvisato martedì scorso, insieme al capogruppo Francesco Boccia e a Enrico Letta». Il perché lo ha chiarito poco dopo: «Io stimo molto Elly Schlein e credo faccia bene a spostare un po’ più a sinistra il Pd. Ma ci sono differenze che si sono create, come il ruolo del merito. Nella mozione Schlein il valore del merito è scomparso e viene quasi criticato».
L’economista tornerà fare il professore, e andrà all’Università Cattolica di Milano: «Mi è arrivata un’offerta e ho deciso di andare. mi hanno chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. Questa cosa — ha aggiunto — purtroppo non è compatibile con il Senato, e ho deciso di rinunciare al seggio: mi dimetterò nella prossima settimana. Credo di essere più utile nel mio ruolo di grillo parlante, tornando a fare il divulgatore». Il Terzo polo — ricostruisce Fazio — gli aveva chiesto di cambiare gruppo ma lui non ha voluto passare con Calenda e Renzi «per coerenza», spiegando che preferisce «lasciare il posto a una donna, Cristina Tajani»: «A me non sembra giusto cambiare partito, io sono stato eletto nel proporzionale, la gente non ha votato il mio nome ma il partito».
Cottarelli ha poi tracciato un’analisi dell’attuale situazione politica: «Forse non è stato così in passato, ma c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità fra minoranza e opposizione — ha detto parlando di ciò che l’ha deluso nella sua breve esperienza in Parlamento —: faccio qualche esempio, è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto che sistematicamente sono rigettati. Tanto quanto, spesso le minoranze propongono emendamenti quasi solo per fare ostruzionismo. Mi aspettavo un atteggiamento meno conflittuale».