
“Oh là là, che circo!”, esclama il nostro protagonista, Giuliano Amato, che sembra non riuscire a staccarsi dalla sua stessa intervista, tornandoci sopra per la terza volta. Tutto ha iniziato con quella che doveva essere una “verità su Ustica”, ma si è trasformata in… beh, chiamiamola una sorta di “riproposizione” delle cose. E mentre tutti erano impegnati a chiedersi se avesse cambiato idea, Amato ride e dice: “Non ho ritrattato niente! Volevo solo fare un po’ di chiasso!”
E poi, proprio mentre si chiedeva se Macron avesse la chiave del mistero del DC9, Amato precisa: “Ehi, non ho chiesto scuse a Macron! Non mi prendete per matto!” Anche se, onestamente, chiedere al presidente francese di scusarsi sarebbe stato alquanto divertente.
Ah, e poi c’è la segretaria del Pd, Elly Schlein, che è saltata sul carro e ha sottolineato il “diritto alla verità”. Amato si è limitato a dire: “Da grande amico della Francia, ti suggerisco di dare un’occhiata a questo, Macron. Sai, potrebbe essere un buon momento per te!”
Poi arriva la parte in cui Amato parla del peso del silenzio e si domanda se c’è qualcosa di “incompiuto” che potrebbe finalmente completare. E pensare che tutto questo avrebbe potuto finire lì, ma no, la discussione è passata anche ai depistaggi dei militari italiani e alle molte altre vicende misteriose. E Amato, in un guizzo di arguzia, fa notare: “Almeno non ho un Macron a cui chiedere su tutto!”
Alla fine, ciò che sembra un incontro serio si rivela essere un divertente gioco di “Chi sa cosa?”. E mentre tutti cercano disperatamente una sorta di “pacificazione con la storia”, Amato chiude dicendo: “Non mi aspettavo tutto questo clamore. Ma forse, solo forse, la politica di oggi è un po’ più rumorosa di quando ero io sulla scena!” Che spettacolo, signore e signori!