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Harry Maguire, il calciatore diventato meme vivente che ai Mondiali sta cercando se stesso

Anche la vittoria della Coppa del Mondo può avere un’importanza relativa. O almeno così suggerisce la storia di Harry Maguire. Perché il centrale inglese è sbarcato in Qatar soprattutto per ritrovare se stesso. D’altra parte nelle ultime stagioni la parabola del ragazzo di Sheffield ha seguito una traiettoria surreale. Da difensore più pagato della storia del calcio (lo United ha sborsato addirittura 86 milioni di euro pur di strapparlo al Leicester) a zimbello, meme in carne e ossa. E tutto nell’arco di poco più di tre anni. A Manchester Maguire è diventato un eroe al contrario, fuoco amico sempre pronto a creare disastri. I suoi errori sono così macroscopici da sembrare grotteschi. Nell’era degli highlights, dove un filmato zeppo solo di giocate zuccherine non si nega a nessuno, Harry è riuscito a raccogliere solo schernoYouTube trabocca di compilation dei suoi errori. Una in particolare, intitolata Maguire FAIL Moments, dura quasi sette minuti.

Maguire FAIL Moments

Lo scorso aprile, mentre era a casa, il difensore ha ricevuto una mail che lo avvisava di un ordigno nascosto nella sua abitazione. La polizia era accorsa immediatamente. E per fortuna l’emergenza è stata subito declassata a falso allarme. Qualche settimana fa un tifoso del Manchester United si è filmato mentre segnalava a Facebook la pagina di Maguire. Sosteneva che in realtà quel profilo si stesse spacciando per qualcun altro. E alla domanda del bot: “Per chi si sta facendo passare?”, l’utente aveva risposto crudelmente: “Per un giocatore di calcio”. Una situazione dolorosa, che richiama quella frase di Jean-Paul Sartre in Porta Chiusa: “L’inferno sono gli altri”. Ma se la scorsa stagione è stata difficile, questa ha assunto presto i contorni tetri dell’incubo. Con lo United. Con la Nazionale. Nelle prime due partite di campionato Maguire ha giocato titolare e i Red Devils hanno perso contro Brighton e Brentford (addirittura per 4-0). Così Erik ten Hag ha deciso di lasciarlo in panchina. E sono arrivate tre vittorie consecutive.

Gli infortuni hanno tenuto fuori il difensore per sette partite, cristallizzandone la marginalità (fin qui ha giocato appena 4 match di Premier League). Con la maglia dei Tre Leoni sembra andare addirittura peggio. Il 29 settembre l’Inghilterra gioca contro la Germania in Nations League. E la partita di Harry è un disastro totale. Prima regala palla a Musiala per poi falciarlo in area. Dopo qualche minuto perde un pallone sulla trequarti che porta dritto al gol di Havertz. Al fischio finale è 3-3. La conferenza stampa si trasforma in un assedio all’allenatore. I cronisti domandano quello che tutti pensano da un pezzo: “Perché ostinarsi con Maguire?”. E Gareth Southgate prende tutti in contropiede. “So che tutti dicono che lui è importante per me, ma in verità è importante per noi. Lo scelgo perché mandarlo in campo ci dà maggiori possibilità di vincere. Quindi tutti noi dovremmo volere un Harry Maguire che gioca regolarmente e con fiducia. Tutto ricade sempre su di lui, che deve essere alle prese con un momento difficile. Ma sta anche dimostrando un carattere straordinario”.

Non sono parole di circostanza. Perché al momento di annunciare i suoi convocati, Southgate conferma la sua fiducia a Maguire. Anche se i tifosi invocavano uno fra Tomori e Smalling. Anche se il fatto di giocare con un terzino di grande spinta avrebbe costretto il capitano (ormai solo nominalmente) dello United a coprire una zona di campo maggiore. “Dando fiducia a Maguire Southgate si sta prendendo il suo rischio più grande da quando allena l’Inghilterra”, ha titolato il Guardian. La partita contro l’Iran ha in qualche modo ridimensionato la paura. Harry è stato uno dei migliori in campo: solido in difesa e pericoloso in avanti grazie ai suoi colpi di testa (ha colpito una traversa e ha servito il pallone a Saka per il gol del 2-0), fino a quando non è dovuto uscire per un colpo alla testa. Sul prato del Khalifa International Stadium Maguire ha iniziato a ritrovare se stesso. E forse quel difensore, a volte goffo e macchinoso, soffre particolarmente le difficoltà di tutta una squadra. D’altra parte lo aveva detto lui qualche mese fa: “Sono un semplice essere umano”. Una frase che genera simpatia in un’epoca dove tutti vogliono apparire supereroi.

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Pubblicato inCalcio

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