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Le carte sono state sequestrate dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dopo la perquisizione avvenuta venerdì 20. “Alcuni provenivano dalla attività di senatore del presidente e altri dal suo mandato come Vice Presidente”, ha detto il suo avvocato

Tutto risale ad una decina di giorni fa, quando nei vecchi uffici che Joe Biden utilizzava in qualità di vicepresidente, durante i due mandati Obama, sono stati rinvenuti alcuni documenti classificati dai suoi avvocati. Ucraina, Iran e fascicoli di intelligence sul Regno Unito: era questo il contenuto delle carte top secret rimaste all’interno degli uffici privati di Biden, e non depositate presso gli Archivi di Stato, a cui si affiancavano alcuni documenti privati del numero uno della Casa Bianca.

Ricordiamo che ogni presidente e vicepresidente, al termine della propria carica, hanno l’obbligo di depositare tutti i documenti top secret. E questo ai sensi dell’Espionage Act ed il Presidential Records Act, norme che se violate andrebbero ad “intaccare la sicurezza nazionale”, come specificato dal repubblicano Mike Pence.

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Ebbene, Donald Trump, in violazione di questa imposizione, fu soggetto ad un sequestro di file da parte della Fbi presso la sua abitazione in Florida. E stamattina, la stessa sorte è toccata anche all’attuale presidente Usa: il Dipartimento di Giustizia Usa, infatti, ha comunicato la perquisizione in casa di Biden a Wilmington, in Delaware, trovando addirittura altri sei documenti top secret. Contando le precedenti scoperte, sarebbero già una quindicina le carte classificate tenute nelle stanze private del presidente e non depositate presso gli Archivi di Stato.

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Il legale personale di Biden, Bob Bauer, ha affermato che la perquisizione della casa si è svolta ieri ed è durata quasi 12 ore, come riportato per prima dalla Cnn. Si tratterebbe di file risalenti ai tempi in cui Biden era senatore ed altre al periodo in cui era vicepresidente. “Il dipartimento di Giustizia ha portato via il materiale che riteneva rilevante per la sua indagine, inclusi sei documenti contrassegnati come classificati” ha spiegato l’avvocato del presidente, che ha assistito alla perquisizione del Dipartimento di Giustizia.

Un caso paradossale, che imbarazza ulteriormente il presidente in carica, dopo che pochi giorni fa aveva detto di “non avere nessun rimpianto” su come l’amministrazione dem gestiva le notizie sui documenti classificati ritrovati.

Le nuove rivelazioni arrivano in un momento in cui l’Amministrazione Biden si prepara ad affrontare il primo grande abbandono dal suo insediamento, esattamente due anni fa. Infatti secondo i media usa Ron Klain, capo dello staff del presidente, si preparerebbe a dimettersi, probabilmente dopo il discorso sullo stato dell’Unione che Biden terrà il prossimo 7 febbraio. La decisione sarebbe stata presa dopo le elezioni di metà mandato di novembre scorso. Il 61enne Klain è considerato un intimo di lunga data del presidente, avendo lavorato al suo fianco prima durante i mandati di Biden come senatore e quindi all’inizio del suo mandato come vicepresidente sotto Barack Obama.

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