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Fuori dal coro“, il programma di Rete4 condotto da Mario Giordano, è tornato a indagare sulle tantissime zone d’ombra dei vaccini anti-Covid. Mentre l’inchiesta di Bergamo fa emergere nuovi dettagli, nuove chat e nuovi misteri sulla gestione della prima ondata in Italia, appare sempre più necessario capire anche cosa è stato fatto con i vaccini. Nel servizio di Marianna Canè, andato in onda nella puntata del 14 marzo, altri inquietanti aspetti della vicenda vengono messi in luce, grazie alla pubblicazione di documenti esclusivi di Aifa. Il servizio si apre con una ormai notissima dichiarazione dell’allora sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che in Parlamento diceva: “Che i vaccinati si prendono il virus e lo trasmettono è una falsità, una bugia”. E lo diceva con tono perentorio. Era il settembre 2021. Noi denunciammo fin dall’inizio che non era così. Come per tante altre cose siamo stati tacciati di essere complottisti e no vax, ma poco tempo dopo la realtà ha dimostrato che le falsità e le bugie le stava dicendo il governo in combutta con Big Pharma e non noi. Ma ora emergono nuovi dettagli. 

Chi si vaccina non si contagia, dunque. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Prima di Sileri aveva ribadito il concetto anche l’allora premier Draghi: “Non ti vaccini, ti ammali, muori”, aggiunse. Ma non è così. E lo sapevano anche loro. Ma soprattutto lo sapeva la principale autorità sanitaria del nostro Paese, l’Aifa. Marianna Canè a questo punto del servizio per “Fuori dal coro” mostra proprio due documenti interni dell’Aifa. Il 19 gennaio 2021 c’è una segnalazione della Regione Umbria all’Aifa che denuncia che ci sono vaccinati che non sviluppano anticorpi e che quindi possono contagiarsi, eccome. La risposta? “Non essendo disponibili criteri di definizione di caso del fallimento non va indicato ‘mancanza di efficacia’”. Quindi quando il vaccino non è efficace non va detto. Semplice no? E via con il racconto di altre bugie. 

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Come dimostra “Fuori dal coro”, le segnalazioni infatti continuano. E a marzo 2021 arriva all’Aifa anche quella della Regione Liguria. L’oggetto della mail? “Casi di mancanza di efficacia del vaccino Comirnaty (Pfizer, ndr)”. Qui si segnalano addirittura casi di reinfezioni tra chi ha già 2 dosi. Ma ancora si nasconde il problema. Il tentativo di mettere tutto a tacere – spiega Canè – è talmente spudorato che sono gli stessi funzionari dell’Aifa a sollevare dei dubbi, come dimostra un altro documento interno di una funzionaria mostrato nel servizio: “Io all’università ho studiato che lo scopo della vaccinazione è stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi. Se il vaccino non ha prodotto anticorpi che effetto ha avuto? Nullo, ovvero mancanza di efficacia e quindi fallimento vaccinale”.

È chiaro, sono le basi. Un vaccino per dire che funzioni deve produrre anticorpi. Ma qual è la risposta dell’Aifa alla sua funzionaria che solleva il dubbio? “Se facciamo passare come fallimento vaccinale l’assenza degli anticorpi, siamo fuori dalle indicazioni EMA. Pensavamo di farle modificare togliendo ‘fallimento’”. Così, pur di non parlare di ‘fallimento vaccinale’, l’Aifa pensa di modificare le definizioni. E questa sarebbe la scienza? Qualche mese fa la stessa segnalazione arriva dagli Spedali Civili di Brescia. “Abbiamo notato che da parte degli Spedali Civili di Brescia è stato registrato un elevato numero di segnalazioni di inefficacia dei vaccini Covid-19”. Anche qui, però, passa tutto in cavalleria. Emerge dunque che l’Aifa fa di tutto per non dichiarare il vaccino un fallimento. 

Aifa: “Se vogliamo sopravvivere, imparare a non rispondere”

Infine, quando vengono richiesta informazioni sui progetti di vigilanza attiva, chiamati VigiCovid e che l’Aifa doveva far partire per sorvegliare i danneggiati da vaccino, ecco cosa scrive l’Agenzia del Farmaco: “Il progetto VigiCovid non deve essere considerato. Se vogliamo sopravvivere, occorre imparare a non rispondere“. E questa sarebbe la trasparenza? Che per altro è anche un obbligo per gli Enti pubblici… “Anche perché senza trasparenza si può mentire, anche in Parlamento”, conclude amara Marianna Canè il suo servizio per “Fuori dal coro”.

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Clicca QUI per vedere il servizio completo.

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