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Con il passaggio a Radrizzani si conclude l’avventura di Massimo Ferrero nella Sampdoria: storia dell’imprenditore del cinema

Con il passaggio ad Andrea Radrizzani, si chiude la tormentata avventura di Massimo Ferrero alla Sampdoria. Dopo l’arresto nella mattinata del 6 dicembre 2021 con l’accusa di bancarotta fraudolenta e altri reati societari non legati al calcio, anche il club ha dovuto affrontare diverse difficoltà: affidato a un trustee, ci sono state lunghe trattative in passato per trovare un acquirente, si era parlato dell’impegno di Gianluca Vialli, poi quest’anno la Samp è stata retrocessa in serie B.

Ferrero aveva acquistato la Sampdoria nel giugno 2014 dalla famiglia Garrone. Romano di Testaccio, 70 anni compiuti ad agosto, dal 1994 è produttore indipendente in ambito cinematografico. Nel suo curriculum vitae annovera tante pellicole impegnate come «Mery per sempre» e «Ragazzi fuori» e molte commedie all’italiana tra cui «Mani di Velluto», «L’anatra all’arancia» e numerosi film di Tinto Brass.

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Soprannominato «er Viperetta» (lui sostiene che è un’affettuosità inventata da Monica Vitti, ma sono in pochi a credergli), amico intimo — giura chi lo frequenta — di Sylvester Stallone , è proprietario del cinema Adriano di Roma e controlla oltre 60 sale cinematografiche in Italia, per lo più acquistate a poco prezzo dal gruppo Cecchi Gori come del resto a poco prezzo — meglio: a titolo gratuito, accollandosi i 15 milioni di debiti — ha rilevato il club blucerchiato dai Garrone. «Vengo dal nulla e ho comprato la Sampdoria perché dopo di lei c’è il nulla», diceva di sé presentandosi l’imprenditore, che, sin da bambino, tifa per la Roma.

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Figlio di un tramviere «che si dedicava ai libri, ai francobolli, a tutto meno che al tram» e con la mamma «figlia di venditori ambulanti», raccontava di aver desiderato fare il ballerino: «La domenica andavo a ballare il tip tap al Bar Veneto. Ho tentato anche di entrare nel balletto della Pavone», mantenendosi facendo il «macellaretto, portavo la carne nelle case. Avevo un amico con una bicicletta con il portapacchi e un giorno gliel’ho rubata».

Da lì, racconta, la sua fortuna: «Una Fiat 1.100 comincia a suonarmi, pensavo fosse per la bicicletta e invece era l’aiuto regista di Blasetti che mi consigliava di andare a San Saba Palatino dove sceglievano delle comparse. C’erano solo ragazzini tutti cu-rati, ma Blasetti mi vede: “Sei capace di fischiare?”. “Dotto’ è il mestiere mio”. Dovevo fare un panettiere, fratello di Giovanna Ralli». Così, poi, divenne ispettore di produzione con i maggiori registi italiani, e produttore, appunto. Sposato in prime nozze con Laura Sini una imprenditrice del settore caseario — «Non è vero che mi ha dato lei i soldi per comprare i primi cinema» — con un divorzio non senza strascichi legali, ora è legato a Manuela Ramunni. Ha quattro figli: Vanessa (anche lei arrestata), Michela, Emma e il piccolo Rocco. In passato ha tentato una spericolata avventura con la compagnia aerea Livingston, specializzata in charter nelle isole caraibiche, naufragata malamente, creando un buco da 20 milioni di euro e alcune disavventure giudiziarie, concluse patteggiando una pena di un anno e 10 mesi proprio per bancarotta fraudolenta.

Altri guai sono arrivati nel 2016 quando è stato accusato di abusi edilizi nell’attico ai Parioli, nella sua abitazione in via Torquato Taramelli, un immobile che peraltro era stato posto sotto sequestro per ragioni fiscali. Per lui una condanna a 4 mesi di reclusione. Più altre accuse per il caso Obiang: oltre un milione ricavato dalla vendita del calciatore, nel 2015, sarebbe stato distratto da Er Viperetta in modo illecito per fini privati.

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Maria Strada

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