All’interno della competizione globale fra macro aree (Nord America ed Europa, Asia) ed imperialismi (USA,Cina,Russia,Turchia) un ruolo non secondario è esercitato dalle multinazionali. Esse si inseriscono perfettamente in un mondo degli affari deregolamentato, nel quale viene meno la funzione degli Stati. L’impresa multinazionale ne ha praticamente sottratto settori strategici, e da semplici organismi operanti in più nazioni, usufruendo di legislazioni amiche sono diventate talmente condizionanti da renderle immuni al controllo democratico.In pratica dettano le scelte della Commissione europea, e piegano i governi in base ai loro voleri, influenzando anche i media.
Con dirigenti strapagati decidono liberamente di chiudere delle sedi e spostarsi altrove, anche in presenza di profitti crescenti, perché l’unico interesse è quello di ridurre ogni tipo di costo e tassazione, trasferendosi li dove il regime fiscale o la manodopera è più favorevole.In questo gioco al ribasso i Paesi si fanno concorrenza per usufruire degli investimenti delle corporations. Abbiamo imparato a conoscere i nomi di questi soggetti, la cui fama non serve solo a brandizzare le produzioni, perché mettendo le mani in ogni dove e disconoscendo l’etica si comportano come degli agenti di oppressione.
Coca-Cola,Mc Donald’s Nike,Shell sono alcune fra le tante che balzarono agli onori della cronaca negli anni ’90 a causa dei loro comportamenti “scorretti”: inquinamento delle acque, uso di pesticidi, ormoni e antibiotici negli alimenti, sfruttamento in condizioni di schiavitù di lavoratori anche minori con paghe da fame; trattati commerciali che consentono l’utilizzo di ogm, land grabbing, politica dei brevetti, fra gli effetti conseguenti alla monopolizzazione dell’economia di questi giganti con una ricchezza pari alla metà di quella mondiale.Imponendo la monocoltura nei Paesi del Terzo Mondo hanno causato l’impoverimento di milioni di contadini e i suicidi di tanti impossibilitati a poter vivere come prima.Vandana Shiva ci ha raccontato di come la globalizzazione economica abbia inciso negativamente in India:gli accordi con il WTO hanno permesso alle multinazionali americane di impadronirsi dei mercati asiatici.
Con economie dipendenti dagli equilibri del libero mercato e merci che viaggiano avanti e dietro per il mondo, controllate dai giganti del settore viene ad essere compromessa l’esistenza dei piccoli produttori. Il settore delle biotecnologie è quello che vede maggiori investimenti e business, con il coinvolgimento di “filantropi” come Bill Gates. Poi ci sono stati la Bayer che ha acquisito la Monsanto, il business legato all’olio di palma, e le “sollecitazioni” dei produttori di carne per far aumentare le vendite, impattando sulla biodiversità e sul polmone della Terra (la foresta Amazzonica).
E’ cosi avvenuto l’ingresso in pianta stabile di ogni sorta di lobby nei parlamenti nazionali e nelle sedi internazionali, che non si limitano semplicemente ad incontrare i rappresentanti politici.Famosa fu sul finire degli anni’90 la partnership con l’ONU della Nestlè per sponsorizzare l’utilizzo del suo latte in polvere in sostituzione dell’allattamento al seno nei paesi del Sud del mondo, che si è tradotta, come descritto anche da Susan George in danni alla salute dei neonati a causa dell’acqua inquinata e delle bottiglie non sterilizzate.
La grossa impresa multinazionale in combutta con le istituzioni finanziarie mette a rischio la convivenza fra cittadini e gli Stati. Questo perché la ricchezza accumulata nel tempo è pari o superiore a quella delle nazioni. Conseguentemente l’ingerenza negli affari interni e l’assenza di vincoli fanno si che ogni possibile ostacolo possa essere facilmente abbattuto.I governi diventano complici e le uniche forme di resistenza sono le lotte portate avanti dalle comunità territoriali di riferimento, es. le contese con gli indigeni che si battono contro gli effetti impattanti delle estrazioni minerarie come avviene nel Sud America. E’ possibile contare centinaia di migliaia di multinazionali concentrate per lo più in America, in Europa (50%) e Giappone, in settori quali l’alimentare, il farmaceutico, l’abbigliamento, le energie e l’hi-tech, che giovandosi di trattati di libero scambio, con accertamenti sull’operato che lasciano a desiderare, determinano le guerre presenti e future mettendo a repentaglio la sopravvivenza dei popoli.
Le mire di questi gruppi ora riguardano le cd. terre rare e i dispositivi tecnologici.Gruppi di pressione e lobby che si aggiungono alle altre determinanti le politiche statali come quelle estrattive e militari.
Gli ultimi eventi globali, la pandemia e il conflitto in Ucraina, con le inevitabili ripercussioni sulle politiche energetiche e le importazioni dei prodotti, confermano come effetto collaterale la prevalenza di questi decisori sulle restrizioni e le libertà dei cittadini.
L’interconnessione tra le istituzioni finanziarie (agenzie di rating, banche), quelle politiche e le multinazionali è cosi stretto da garantire ai suoi funzionari il passaggio da un campo all’altro.In tal modo, essi avendo già operato in quell’ambito e conoscendone le dinamiche, una volta eletti nella politica continueranno a fare quegli interessi (uno per tutti Mario Draghi, passato dal Ministero del Tesoro italiano negli anni ’90 alle dipendenze della banca d’affari americana Goldman Sachs, e quindi successivamente ai vertici della Banca d’Italia e BCE, per poi venir designato come primo ministro nel periodo di gestione dei fondi del PNRR).
Ad es. nella agenzia Moody’s sussidiaria della Moody’s Co. è possibile trovare personalità appartenenti al settore bancario, assicurativo ma anche della Exxon Mobile e della Pfizer.Considerando le ultime vicende legate al monopolio sui vaccini, all’aumento del prezzo e sostituzione della fonte di approvvigionamento del gas, e continuando le agenzie ad esprimere il loro parere influente sulle scelte politiche dei governi, quale sarà il loro ruolo visti gli enormi profitti accumulati negli ultimi anni?
Lo stesso avviene con la Standard & Poor’s ove è possibile riscontrare il coinvolgimento delle multinazionali del petrolio e delle armi.Le tendenze recenti vedono in forte crescita i settori della grande distribuzione, del commercio e della logistica oltre a quella della informatizzazione e del web (Wallmart, Amazon, Meta), con le aziende cinesi ai primi posti anche in settori in calo come quello automobilistico (nell’elettrico tra le prime dieci oltre la metà sono cinesi).Un sistema che si consolida, grazie ad una tassazione fiscale agevolata, che sfrutta legislazioni deficitarie o permissive, perpetuando il classico schema dei subappalti, sacrificando le questioni ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori, ormai non solo nei Paesi con i più bassi salari.
Quindi se la politica abdica alla sua funzione regolatrice dovranno essere i cittadini stessi ad intervenire, magari come suggerisce qualcuno votando nei cda cosi come fanno per le normali elezioni.Cercando comunque di incalzarle in tutte quelle sedi, dal locale all’internazionale, attraverso la produzione di documenti e non solo mediante manifestazioni di protesta, ma anche in forma creativa per attirare l’attenzione delle popolazioni.
Potrà essere questo un modo per condurre ad una maggiore trasparenza, che non dovrà limitarsi alla semplice conoscenza, infatti senza un insieme di regole capaci di definirne la validità esecutiva sia a livello nazionale, tanto quanto concerne i rapporti all’interno degli Stati, ed eventuali sanzioni, il rischio è che tutto rimanga lettera morta.
Giuseppe Giannini
Sii il primo a commentare