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La strage di via Acca Larenzia tra becere polemiche e amari ricordi

La recente commemorazione della strage di via Acca Larenzia, avvenuta a Roma, dove un gruppo comunista uccise tre giovani missini, ha riacceso le polemiche politiche. Invece di focalizzarsi sulla ricerca della giustizia per le vittime, si osserva una tendenza a criticare coloro che ricordano l’evento. A 46 anni di distanza, sembra che l’obiettivo principale di alcuni settori della sinistra sia ancora quello di soffocare opinioni divergenti, come se “uccidere un fascista non fosse reato”. Personalità come Schlein e Calenda, insieme ad altri rappresentanti di partiti come PD, AVS, +Europa, si proclamano antifascisti in un’epoca in cui il fascismo è estinto dal 1945.

In Italia, la legge non proibisce l’ideologia fascista in sé, ma vieta la ricostituzione del Partito Nazionale Fascista. Questa distinzione è fondamentale per comprendere la libertà di pensiero garantita dalla Costituzione. La sinistra, però, sembra ignorare questa libertà quando si tratta di persone con opinioni diverse dalle proprie. Questo atteggiamento è emerso chiaramente durante le recenti commemorazioni, che si sono svolte per 46 anni senza problemi, ma che ora, con la destra al governo, hanno scatenato controversie.

Infatti, quello che i media mainstream si guardano ben dal dire – e cercano in ogni modo di farlo passare per tale – che di per sé il saluto romano non è reato, a maggior ragione se fatto con intento commemorativo. Lo stabilisce la sentenza di Cassazione Penale, Sez. I, 20 febbraio 2018 (ud. 14 dicembre 2017), n. 8108.

È particolarmente deplorevole che questa disputa politica ignori il rispetto dovuto alle vittime di ogni orientamento politico, compromettendo i valori del vivere civile e democratico. Invece di unire le forze nella ricerca dei responsabili degli omicidi politici ancora impuniti, alcuni esponenti della sinistra sembrano più interessati a colpire coloro che ricordano tali eventi. Questo approccio di malafede e faziosità non contribuisce al bene della nazione, ma si limita a un’aspra polemica politica che mira a ribaltare i risultati elettorali e a soffocare la libera espressione del popolo italiano.

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Pubblicato inTerrorismo

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