L’inquietante realtà della persecuzione dei cristiani nel mondo
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Il recente rapporto di Open Doors, un’organizzazione internazionale che dal 1955 supporta i cristiani in difficoltà, ha rivelato dati allarmanti sulla persecuzione dei cristiani in varie parti del mondo. Secondo il rapporto pubblicato il 17 gennaio, si stima che 365 milioni di cristiani vivano in paesi dove sono perseguitati a causa della loro fede. La ricerca ha evidenziato che a livello globale, uno su sette cristiani è perseguitato, con statistiche più gravi in Africa, dove la proporzione sale a uno su cinque, e in Asia, dove è di due su cinque. In America Latina, la proporzione è di uno su sedici.
Il termine “persecuzione” nel contesto di questo rapporto si riferisce a qualsiasi forma di ostilità vissuta come risultato dell’identificazione di un individuo o di un gruppo con Cristo. Questo può includere atteggiamenti, parole e azioni ostili. Il periodo analizzato dal rapporto va dall’1 ottobre 2022 al 30 settembre 2023. Durante questo periodo, nei 100 paesi monitorati, sono stati registrati 4.998 omicidi di cristiani, un numero inferiore rispetto ai 5.621 dell’anno precedente. Tale diminuzione è principalmente attribuita alla riduzione degli omicidi in Nigeria, che rimane comunque il paese con il maggior numero di cristiani uccisi per cause legate alla fede, seguito dalla Repubblica Democratica del Congo e dall’India.
Il rapporto ha anche rivelato che 4.125 cristiani sono stati arrestati e incarcerati, spesso senza processo, con l’India che detiene il triste primato di 2.332 casi, seguita da Eritrea, Cina e Pakistan. Inoltre, 3.906 cristiani sono stati rapiti, principalmente in Africa, con la Nigeria al primo posto. Tuttavia, va notato che molti di questi rapimenti in Nigeria hanno avuto motivazioni economiche piuttosto che religiose.
Un altro dato sconcertante riguarda gli attacchi a chiese e edifici religiosi, che hanno raggiunto il numero senza precedenti di 14.766, un aumento esponenziale rispetto ai 2.110 del 2022. La Cina, l’India e la Nigeria sono stati i paesi più colpiti da questi attacchi.
Open Doors sottolinea che i dati presentati sono stime conservative e che molti casi di abusi, stupri e matrimoni forzati non vengono denunciati a causa della sfiducia nelle istituzioni, del timore di ritorsioni e dello stigma sociale. In aggiunta, la maggioranza degli episodi di violenza subiti dai cristiani e dei danni alle loro proprietà non viene denunciata. Nel 2023, i cristiani aggrediti e minacciati di morte a causa della loro fede sono aumentati da 29.400 a 42.800, mentre gli attacchi a case, negozi e attività economiche di cristiani sono cresciuti da 6.700 a 27.100.
Il rapporto evidenzia anche le vessazioni quotidiane che i cristiani subiscono, quali pressioni e ricatti per indurli a rinunciare alla loro fede, discriminazioni nell’accesso al lavoro, ai servizi sanitari e scolastici, esclusione dai soccorsi in caso di calamità, ostacoli burocratici e espropri di terreni. Queste forme di persecuzione, sebbene meno violente, hanno un impatto devastante sulla vita quotidiana dei cristiani.
Dal 2002, il rapporto di Open Doors include la World Watch List (WWL), un elenco dei 50 stati in cui essere cristiani è più difficile e pericoloso. I gradi di persecuzione individuati sono tre: “alta”, “molto alta” ed “estrema”. Quest’anno, nessuno dei 50 stati ha una persecuzione classificata come “alta”, e il numero di paesi con persecuzione “estrema” è salito da 11 a 13. La Corea del Nord continua a occupare il primo posto, seguita da paesi come Somalia, Libia, Eritrea, Yemen, Nigeria, Pakistan, Sudan, Iran, Afghanistan, India, Siria e Arabia Saudita. La maggior parte di questi paesi sono a maggioranza islamica, sottolineando il ruolo dell’oppressione islamica come una delle principali fonti di intolleranza anticristiana.
Il rapporto mette in luce anche il ruolo dell’islam come principale causa di persecuzione in nove dei 13 paesi dove la persecuzione è classificata come “estrema” e in altri 24 dei 37 stati con persecuzione “molto alta”. In totale, l’islam è indicato come causa di sofferenza dei cristiani in 34 stati su 50.
Tra i paesi non islamici, la Cina si distingue per la sua posizione nella WWL, seguita da nazioni comuniste come Laos, Cuba e Vietnam. L’India rappresenta il caso più grave di persecuzione causata da un’ideologia nazionalista, quella degli integralisti indù.
In conclusione, il rapporto di Open Doors delinea un quadro preoccupante della situazione dei cristiani in diverse parti del mondo. La persecuzione, nelle sue varie forme, continua a essere una realtà dura e dolorosa per milioni di cristiani, con implicazioni profonde per la loro sicurezza, libertà e benessere.