![](https://dinovalle.it/wp-content/uploads/2024/02/Russian-economy-newweb-744609.jpg)
In un periodo segnato da tensioni geopolitiche e sanzioni economiche, la Russia di Vladimir Putin ha dimostrato una notevole resilienza, sfidando le previsioni occidentali su un’imminente crisi economica. Attraverso una combinazione di adeguamenti strategici e sfruttamento delle proprie risorse, Mosca ha navigato attraverso le tempeste sanzionatorie, mantenendo una crescita economica che sorprende gli osservatori internazionali.
La resistenza economica russa
Nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente in risposta alle azioni militari in Ucraina, la Russia ha mostrato una notevole capacità di adattamento. Secondo il Financial Times, l’economia russa non solo ha resistito ma sta registrando una crescita superiore a quella di molte economie europee. La Banca Mondiale ha addirittura posizionato l’economia russa, in termini di parità di potere d’acquisto, al di sopra di quella tedesca. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita per il PIL russo, attestandosi al 2,6% per l’anno in corso.
La gestione delle sanzioni
La Russia ha dimostrato di poter eludere efficacemente le sanzioni occidentali, specialmente quelle mirate a limitare i suoi introiti energetici. Nonostante un calo delle entrate energetiche rispetto al record del 2022, queste rimangono superiori alla media degli ultimi dieci anni. L’aumento della spesa per la difesa, che raggiungerà i 14,3 miliardi di rubli nel 2024, evidenzia un cambiamento significativo nella politica economica russa, con un’enfasi maggiore sulla militarizzazione.
L’economia in tempo di guerra
La guerra ha inevitabilmente distorto l’economia russa, incrementando la produzione militare a ritmi insostenibili. La produzione di veicoli blindati e munizioni è aumentata notevolmente, indicando una crescente dipendenza dell’economia russa dal settore militare. Tuttavia, questa enfasi sulla produzione militare solleva dubbi sulla sostenibilità del modello economico russo a lungo termine.
La risposta ai danni delle sanzioni
La Russia ha risposto alla minaccia delle sanzioni con misure volte a sostenere il proprio sistema finanziario, tra cui il controllo dell’inflazione e il sostegno al sistema bancario. L’imposizione di controlli valutari e la costruzione di riserve in valuta estera hanno aiutato a mitigare l’impatto iniziale delle sanzioni. Inoltre, l’aumento della produzione industriale legata alla guerra ha contribuito a compensare gli effetti negativi delle sanzioni sull’economia civile.
Verso una nuova dipendenza economica?
Mentre la Russia cerca di superare le difficoltà imposte dalle sanzioni, emerge una nuova dipendenza economica: quella dalla produzione militare. Questa tendenza rischia di rafforzare la dipendenza dell’economia russa da settori volatili, potenzialmente esponendola a future vulnerabilità. Nonostante ciò, Mosca continua a trarre vantaggio dalla vendita di petrolio e gas a prezzi vantaggiosi, soprattutto a partner come India e Cina, che rappresentano oggi il 90% delle esportazioni petrolifere russe.
La sostenibilità a lungo termine
La Russia ha dimostrato una notevole resilienza di fronte alle sanzioni occidentali, adattandosi e reagendo in modi che hanno sorpreso molti analisti. Tuttavia, la sostenibilità a lungo termine di questa resistenza rimane una questione aperta, con nuove dipendenze economiche che emergono dall’attuale contesto geopolitico. La capacità di Mosca di mantenere questa traiettoria di crescita economica, pur navigando tra le sfide poste dalla guerra e dalle sanzioni, sarà cruciale per il suo futuro economico.