Proseguo, con cadenza settimanale, a proporvi la mia nuova fatica letteraria “Profondo nero. Terrorismo di estrema destra e stragismo di Stato”. Potete leggermi, pezzo dopo pezzo, come e quando più vi piace. Una sorta di “antipasto” del libro vero e proprio che, nella sua versione completa, sarà naturalmente disponibile in formato cartaceo e digitale. Inoltre, trattandosi di un testo almeno parzialmente “in divenire”, ciascuno di voi può offrire il proprio contributo, inviandomi – tramite il form di contatto o la pagina Facebook dedicata o ancora via e-mail – testimonianze, proposte e suggerimenti, che potranno venire prese in considerazione e citate nella stesura definitiva del volume.
Con l’approssimarsi delle Festività Natalizie (e di fine anno), che mal si sposano con l’argomento in questione, e a conclusione della prima parte del libro, la pubblicazione viene sospesa e riprenderà tra poco meno d’un mese: il 7 gennaio 2024.
Nel frattempo, vogliate gradire i miei migliori auguri!
Nel panorama dell’eversione di destra italiana, a partire dagli anni ‘60 e per tutto il corso degli anni ‘70, si è assistito alla nascita e all’attività di numerose organizzazioni che hanno segnato profondamente la storia contemporanea del Paese. Tra le principali, possiamo citare il Fronte Nazionale Rivoluzionario, guidato da Mario Tuti, che ha operato con particolare intensità in Toscana dal 1972 al 1975. Le azioni di questo gruppo erano radicate in una visione radicale e violenta dell’attivismo politico.
Nel contesto lombardo, invece, emergeva il Movimento di Azione Rivoluzionaria, creato nel 1962 da Carlo Fumagalli e Gaetano Orlando. Questa organizzazione si è resa responsabile, soprattutto tra il 1970 e il 1974, di attentati esplosivi mirati alle infrastrutture, come gli attacchi ai tralicci Enel in Valtellina e alla fabbrica Pirelli di Milano, dove trovò la morte l’operaio Gianfranco Carminati.
In parallelo, nel 1969, si formarono le Squadre d’azione Mussolini, un movimento che, con Giancarlo Esposti alla guida, ha concentrato la sua attività, principalmente in Lombardia, terminando le sue azioni nel 1974 dopo una serie di circa ottanta attentati dinamitardi. Un altro gruppo significativo fu La Fenice, fondato nel 1971 da figure come Giancarlo Rognoni, che si avvicinò agli ideali di Ordine Nuovo e che fu processato per l’attentato al treno Torino-Roma del 1973. Dopo un lungo percorso giudiziario, Rognoni fu assolto nel 2005 dalla Corte di Cassazione di Milano.
A Roma si distingueva Terza Posizione, attiva dal 1976 al 1980, sotto la guida di Gabriele Adinolfi, Giuseppe Dimitri e Roberto Fiore. Questa organizzazione poteva contare su migliaia di militanti divisi in due livelli: uno aperto e politico e l’altro più segreto e militare, con Dimitri a capo. Le indagini sulla strage alla stazione di Bologna del 1980 (nella foto del post) portarono all’emissione di mandati di cattura per una quarantina di militanti, costringendo i leader Fiore e Adinolfi alla fuga nel Regno Unito e lasciando l’organizzazione nelle mani di Giorgio Vale.
Parallelamente, il Movimento Rivoluzionario Popolare, sorto nel 1979 da attivisti legati a Costruiamo l’azione e guidato da Paolo Aleandri e Marcello Iannilli, si fece notare per una serie di attentati dinamitardi nella primavera del 1979, con attacchi mirati a luoghi simbolici del potere statale come il Campidoglio e il Ministero degli Esteri.
Infine, va menzionata la Rosa dei venti, una struttura autonoma di Gladio, sotto il diretto controllo del SID e con connessioni ai vertici delle Forze armate e dell’Arma dei Carabinieri. Questo gruppo, favorevole ad una svolta autoritaria dello Stato, è stato associato al tentato colpo di Stato di Junio Valerio Borghese. La loro esistenza venne alla luce grazie a un’inchiesta del 1974 da parte della magistratura di Padova.